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riz
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Inserito il - 09 ago 2014 :  14:54:45  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
Mi ero perso nel tu romanzare tento che leggere l'ultimo intervento mi ha lasciato spiazzato. Mi dispiace... Spero che i danni verranno sistemati dal colpevole...

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bellissimo diario di bordo ti sto leggendo immedesimando nel tuo racconto e "rodo" dentro di me in senso buono
un bel bel gemellaggio quello di viaggiare e conoscere cucina locale continua cosi visto che forse il mio viaggio saltera' sono 4 gg a letto con 38.5 di febbre


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Claude03
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On tour. 8 agosto. Perdersi tra gli imprevisti.

Sole. Oggi splende il sole nella località in cui sono ospite.

Mi alzo ed esco in ciabatte dopo il rito del bagno. Che giornata splendida. Qui poi tutto è bello, solo che non lo sapevo, visto l'arrivo al buio di ieri!
Scendo gli scalini per fare colazione. I gatti mi aspettano e riveriscono, uno lo avevo accarezzato la sera prima, si ricorda di me.
Un ragazzo mi saluta, è della famiglia che mi ospita. Mi accompagna a fare colazione. La madre, addetta al servizio, mi chiede cosa prendo da bere. Simpatica gaffe; rispondo semplicemente: "una bottiglia di vino signora". E ridiamo della cosa. Ma le cose si fanno serie: marmellata, pane e orzo in tazza grande. Tutto bene. Finché non sento ululare ed urlare: lite famigliare in corso, meglio abbandonare la zona...
Al ritorno in stanza inizio a fare o bagagli. E odo da fuori delle voci femminili: "come fai a prevenì er tradimento...? C'è anche quello de testa, sa? Scopa coo te e pensa ad un'altra... E come la mettiamo?". Esco per veder chi è la donna così scaltra ed acuta, saluto con un sorriso e rientro. L'esemplare di femmina in questione ha passato i cinquanta ed è in compagnia di sorella e madre. Sembra lesta. La ritrovo mentre preparo i bagagli sulla mia lambretta. Mi dice che le piace il mio sorriso, mi chiede di dove sono... E per scaramanzia, dopo aver sperato nella mia salute per il viaggio, tocca il mio ronzino, che lei chiama "vespa" -non ancora scalpitante- sulla parte destra dello scudo; per scaramanzia... Mi tocco pure io ma avverto una strana sensazione nell'aria. Lascio perder tuttavia, sarà una mia impressione.
Poco dopo una nuova lite, scatenata dalla signora di cui sopra, imperversa in famiglia. E decido che non voglio ascoltare. Lascio una macchia infima di olio per miscela sul pavimento e scappo via. In discesa.
Decido, poco dopo, di fermarmi al distributore più vicino per fare rifornimento. Il più costoso della zona immagino. E così è. Esoso il petrolio qui. Metto 10 euro ed il mio infallibile intuito mi fa immettere nel se serbatoio esattamente 9,98 euro, di più non riesco, neanche con il comprimere il liquido... Mi faccio ridere. Tengo lo scontrino, per ricordare l'accaduto. Mi rimetto in strada, passo con difficoltà gli 800 metri della galleria di Ponte d'Arli. In congelatore. Un freddo micidiale. Terribile. Immagino di esser al mare per scaldarmi. La cosa funziona. Ho una mente miracolosa.

Ricordo tuttavia di esser senza soldi. E decido una sosta per prelevare contante dalle poste. Mi piace il contante. Tangibile, caldo, morbido e scricchiolante...
Errore. Errore. Errore.
Parcheggio. In un luogo defilato, senza rischi e senza grandi aspettative. Entro nell'ufficio postale. Un ragazzo, tarchiato, di statura mediocremente bassa, che porta capelli non lunghi e codino ipotalamico, mi sta davanti. Parla e paga allo sportello. Lo vedo ma lo ignoro, come un marito, in compagnia della moglie, farebbe con una donna estremamente appariscente che gli fa l'occhiolino.
Esce. Tocca a me. Penso di aver impiegato un minuto per farmi dire che non potevo prelevare a quello sportello... Esco sconsolato, faccio le scale che conducono al luogo in cui ho parcheggiato il mio bolide. E.
Vedo il ragazzo giù dalla macchina, vicino alla mia lambretta, che più non è in posizione verticale. Non faccio a tempo a dire: "no!", che le imprecazione volano. Invento bestemmie per tre minuti consecutivi. Infatti il giovane deve esser rimasto parecchio interdetto per il mio imprecar colorito. Non c'è che dire. Sono stato particolarmente burbero...
Cerco di soccorrer la mia bestia, ferita. Per terra scorre un po' di petrolio, ma tampono tutto subito. Controllo le condizioni oftalmiche. Il faro ha urtato gravemente contro la mura di contenimento della piazza. Che dolore. Lei mi guarda così, contusa, dolorante... Con lo sguardo basso e sofferente. Controllo anche lo scudo. Una botta sul lato destro, dove la signora del B&B aveva toccato, e lievi lividi sul sinistro. Mi accorgo di una botta anche sul cofano sinistro... Che tristezza. Guardo il ragazzo: non sembra un cattivo elemento. Ha la sua bimba di pochi anni in auto. Dice di non aver visto la mia lambretta mentre faceva retromarcia. Mi chiedo e gli chiedo: "ma comecaPPero hai potuto NON veder la MIA Lambretta? Come hai fatto a non vederla?". Obbietta e dice: "Si ma anche tu, metterla lì...". E qui scatta un momento di ilare tragica comicità. Spiego che di solito, le cose che stanno ferme vanno evitate. Se un albero è in mezzo ad una strada non è un buon motivo andargli addosso per poi dirgli: "Eh si, ma anche tu, a nascere lì...".
Il ragazzo capisce. Sa di aver sbagliato. Provo a mettere in moto ma non c'è nulla da fare. Non vuole andare. Provo a cambiar candela. Va per qualche metro e poi cede. Muore. Non va. Ritento ancor. Candela vecchie e nuova: parte. Sta in moto. La provo. Sembra non perfetta ma va.
Scatta io momento dell'accordo. Chiamo il mio carroziere di fiducia. Gianni mi dice: "fa a costatasion no?", in perfetto idioma veneto padovano. Obbedisco, e perdo due ore a constatare che io ero fermo e lui non appositamente ha urtato.
Arriva una schiera di parenti a ronzar come api al miele. Risolviamo constatando e facendo agire le assicurazioni. Spero tutto vada per il meglio... Non ne sono ancora certo. Ma ho fiducia.

Riparto col mio stambecco acciaccato, e mi fermo a ritirare in banca. Controllo tutto bene. Il suo faro sembra un occhio triste che mi guarda, sofferente. "Lo so dai, vedrai che sistemiamo", dico ad entrambi.
Riparto fiducioso: ci sono rumori nuovi, provengono dal faro. Lo provo in corsa e capisco che non va, non ho luce. E questo è grave... Devo affrontare una nuova galleria: 1500 metri. Ma proprio ora? Adesso? Si. Sistemo il faro con un tocco sapiente e lo faccio partire. Funzione solo l'abbagliante. Per ora può bastare. Non sento più il freddo, sono immune nella galleria, qualsiasi temperatura ci sia.
Col mio bolide dal volto emaciato e triste proseguo fino ad un bar. Mi fermo. Ordino: due tramezzini -di gusto inutile- e un bicchier di vino. Mi arriva inoltre del vino bianco. Oggi non è giornata... Riparto dopo aver ascoltato dei vecchi giocar a carte. Uno di loro ha difficoltà a parlare, non articola le parole, ma le bestemmie sono comprensibilissime... Nonostante la tristezza per l'accaduto riesco ancora ad ascoltare e a ridere di queste cose. Devo essere un impareggiabile umorista... O esserlo stato in vite passate.
Corro e vado verso Macerata. Poi proseguo per Jesi. Tra i due paesi decido di perdermi. Perdersi è bellissimo, conviene; e mai scelta di più azzeccata.
La strada che passa per Vissani è me ra vi gli o sa! Stupenda. Bella e ancor bella, al quadrato. Mai lo avrei pensato...
Arrivato a Jesi mi fermo. Decido di trovare in bar per sedere e scegliere dove dormire. Mi faccio fare uno spritz su misura, alla veneta. Non voglio quello che fanno qui e che reputano "cockteil". Lo faccio dosare, a mio gusto ad occhio, stando dalla mia parte del bancone...
E viene bene. Chiamo nel frattempo 20 strutture, tutte piene, anche a 30 km dalla costa. Trovo un posto che pago esageratamente... Ma non ho alternative. Prima di partire colloquio con Francesco, un ragazzo che ha visto la mia "vespa"; mi intrattiene per sapere se ci sono vespe 50 a prezzo modico in giro. Mi da un suo contatto, se troverò qualcosa per lui lo informerò.
Corro verso il luogo che ho trovato per riposare. Dista venti km circa da Jesi ma va bene, non ho alternative...
Va tutto beve fino alla strada sterrata che mi conduce all'agriturismo. Impraticabile. Ma non ho scelta: la faccio, col solo faro abbagliante e con tanta fiducia in me stesso.
Arrivato a destinazione mi faccio accompagnare in stanza. Esausto. Guardo le stelle fuori. Che spettacolo di posto ho trovato... E collasso sul letto... Domani si riparte...


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Claude03
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Inserito il - 10 ago 2014 :  03:08:38  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
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Mi ero perso nel tu romanzare tento che leggere l'ultimo intervento mi ha lasciato spiazzato. Mi dispiace... Spero che i danni verranno sistemati dal colpevole...

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Spero... ma non importa. Sistemerò tutto ugualmente in qualche modo. Oggi 350 km. Sono a casa. Jesi- Padova. One shot. Sempre con stile.

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Claude03
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Inserito il - 10 ago 2014 :  03:22:47  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
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bellissimo diario di bordo ti sto leggendo immedesimando nel tuo racconto e "rodo" dentro di me in senso buono
un bel bel gemellaggio quello di viaggiare e conoscere cucina locale continua cosi visto che forse il mio viaggio saltera' sono 4 gg a letto con 38.5 di febbre


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Che Dio ti raddoppi ciò che tu mi auguri..



Più che la cucina, conosco la gente... Magari non traspare ciò da quanto scrivo ma è così. Non riesco mai a fermarmi per meno di due ore dove sosto... incredibile: oggi, ad esempio, mi hanno offerto un caffè ed un cappello, cimelio reso a memoria del posto in cui sono passato. Per me è uno spasso: o sono io ad attrarre le cose a tal modo, o incontro solo gente che mi vuol bene appena mi vede... Non so che dire. Non ho quasi mai pagato il vino che ho bevuto - e non bado a fronzoli per certi tipi di spesa - e ho ricevuto sconti ed agevolazioni, di qualsiasi sorta, da tutte le persone che ho incontrato; sia per mangiare, sia per bere, sia per dormire... Che spettacolo. Che spettacolo...
Ma febbre così alta? Caspita... Dove pensavi di andare?

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Claude03
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Inserito il - 12 ago 2014 :  07:32:59  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
On tour. 9 agosto. Home. One-Shot. Jesi - Padova, 350 km. Sempre con classe.

Oggi sarà una lunga giornata. Lo sento...

Una volta alzati non ci si può più tirare indietro. Almeno non oggi. L'appartamento che frequento soffre di solitudine. Cerco di consolarlo tenendo tutte le porte aperte, cosicché la mia presenza si espanda in ogni stanza, ma questo comporta il fatto di aver luce piena, non appena sotto il sole, in camera da letto. La cosa mi permette di essere mattutino. E di controllare la cartina stradale prima di partire. Oggi la strada sarà molta. Punto verso casa, dopo una capatina in un luogo particolare: Gradara. Quella è la mia meta oggi.
Deciso - in accordo con il mio navigatore virtuale - la rotta, decido anche di puntare le scale per scendere a fare colazione. È già caldo e sono appena passate le nove: gran sole oggi, l'astro si sta assai impegnando, non c'è che dire... Lodevole.
In ciabatte, maglietta e pantaloncini mi guardo in giro. Ma che spettacolo. La luna mi aveva fatto intuire la sera prima che il posto fosse bello, ma ora posso dire: incantevole. Nel mio tragitto tra la porta d'uscita ed un gazebo -dove voglio mi sia consegnata la colazione- sento rumore di "tuffo", d'acqua, di piscina. Volgo lo sguardo a sinistra e... Incredibile. C'è la piscina! Non l'avevo vista ieri, mannaggia... Mi era sfuggita col favore delle tenebre. A saperlo, un bagno iersera lo avrei fatto, quasi senza dubbio! Ma pazienza. Mi siedo sotto ad un chiosco/gazebo, da solo. A due metri da me una famiglia sta consumando il rancio mattutino. Mi viene proposta la colazione: dolci o pane e marmellata? Faccio portare tutto. Perché tanto sarà tutto buono. Ed infatti: la magnifica vista del paesaggio collima con il gusto della marmellata e dei dolci portati.
Nel frattempo continuo ad interrogare il mio telefono per trovare una lesta, ma non trafficata, visto il periodo agostano e la giornata di festa, strada verso casa. E verso Gradara. Interrogo anche i personaggi locali, soprattutto per non rifare la strada bianca della sera prima, che mi è costata qualche giorno di vita e qualche ruga in più...
Paolo mi spiega che è del posto ma abita a Roma da molto e comunque non saprebbe dar sagge indicazioni. Il proprietario della struttura invece, mi offre qualche possibilità in più ma... Sempre su strada bianca. Mi spiega come uscir da quel dedalo ed andare verso Gradara. Cerco di immagazzinare le informazioni datemi, ma sono troppe. Andrò fino ad un certo punto e poi vedrò. Annoto: Barbara, Castelleone di Suasa, Mondavio. E speriamo.
Carico zaino e borsa, saluto i proprietari che gentilmente mi chiedono una recensione su TripAdvisor della loro struttura ed avvio la mia sciancata ma coriacea fiera. Non perde un colpo, non molla mai, ed ha la forza di un autotreno. Ci intendiamo, a vicenda, a pelle.

E così mi avvio, si strade bianche e senza indicazioni per qualche chilometro. Chiedo indicazioni ad un signore che si sta tenendo in forma correndo, e ad un tedesco. Ma non un tedesco qualsiasi: uno di quei tedeschi a cui piace l'Italia, che ha lasciato il suo paese per comprare casa e terreni qui e che probabilmente vive in modo tranquillo con la sua teutonica pensione. Lo vedo spingere una carriola. Sudato. Lo fermo e chiedo. Mi risponde metà in inglese e metà in italiano. Capisco tutto. Indicazioni precise. È un tedesco, è in Italia e conosce le strade meglio dei locali. Lo saluto, e vado, pensando che anche così l'estero compra l'Italia. Perché è bella, è spettacolare e perché per loro, forse, è meno difficile viverci, certe volte.
Tuttavia vado, e trovo agilmente la strada, con intuito e con la mappa. Vado spedito tra le colline.
Fino a Montecchio. E mi fermo. Al primo bar in strada. Ho sempre corso, e non ho risparmiato il motore, sempre pronto ed attento. Devo ricordarmi di dire ad Alberto che ha fatto proprio un buon lavoro sotto ai cofani. Meritevole.
Oggi è già caldo qui, a qualche centinaio di metri s.l.m. Più giù sarà peggio; ma non mi curo della cosa: entro ed ordino. Hanno dei simil-toast e ne prendo due. E con la temperatura che c'è fuori opto per un corroborante e rinforzante bicchiere di vino. Noto che il ragazzo che sta dietro al bancone osserva la mia lambretta. E quando esce per portarmi tutto al tavolo che ho scelto, all'esterno, iniziamo a chiacchierare. Mi dice che dovrei "metterci sotto" qualcosa di performante, in ovvio riferimento a modifiche al motore. "Mo' ci dovrèsti mèttere un po' le mani vaccabo', ma quanto fa questa? Sòlo?".
Gli dico che la mia lambretta sta bene così, è uno stambecco, va sempre, non si lamenta mai, a meno che non la urtino con una polo terza serie... È simpatico il ragazzo. E la cadenza del suo italiano mi fa sorridere.
Mentre siedo fuori e mangio tranquillamente sorseggiando un bicchier di vino, arriva un uomo su di uno scooter. Si lamenta subito per il caldo, e a buona ragione. Basso, tarchiatello direi, con un po' di pancia, canottiera arancione da lavoratore edile. Scambiamo immediatamente due parole. Vede la lambretta ed il casco: comincia lui... Lo ascolto: mi chiede se il mezzo è mio e vedendo la targa mi chiede se son lì di passaggio. Gli spiego un po' di cose. Mi dice di essere stato dalle parti di Pordenone qualche settimana prima. È un piastrellista, o almeno, così parmi d'aver capito. Discutiamo di varie cose, è un buon uomo. Abita a poche centinaia di metri dal bar. Pure lui è interessato alle prestazioni della mia puledra. Lui, col suo cinquantino, dice di aver toccato i 110km/h dietro ad un camion. Capisco perché uno dei migliori piloti di sempre abiti a qualche chilometro da qui: nel raggio di svariate miglia non credo ci sia un motore non manomesso. Anche la gente di una certa età ci "mette sotto" qualcosa...
Mi invita ad entrare in bar per offrirmi qualcosa. Accetto volentieri. Discutiamo di lavoro ecc... Ma ad un certo punto il ragazzo al banco scompare e torna con un cappello: "Tò guarda, tieni quèsto così, per ricordo che sei passato di qua. Così ti ricòrdi di nòi". Ringrazio infinitamente. Ma devo andare, oggi la mia calma diventa fretta. Pago il conto ed abbandono questa simpatica e generosa gente. Metto il cappello spiegazzato nella borsa davanti. Si rovinerà un po' forse, ma non ho proprio altro posto.
Così riparto. Verso la costa, direzione Gradara. Ci metto poco a vedere le indicazioni ed il cartello che indica la direzione per la città. Anche questa volta ce l'ho fatta; ce l'abbiamo fatta! Scendo un paio di curve. Si sente già il profumo del mare, un brezza trasporta la salsedine fino ai piedi della collina. Il profumo del sole e delle vacanze.. Mi mancava questa sensazione. È bello riscoprirla...
Faccio altre curve, e trovo il cartello: Gradara. Già la vedo in lontananza. Come vedo il mare sul fondo di questa sorta di cartolina vivace e vivente. Accelero. Non ho mai visto Gradara in vita mia, ma la mia lambretta la deve conoscer, c'è stata in giovane età, me lo ha detto il suo proprietario. Ora ci vengo io, di passaggio; e sempre c'è lei, tumefatta, con l'occhio un po' socchiuso, che sa la strada. E va da sè. Dove sa già. Arrivo ai piedi del castello, riesco a fare un po' di strada chiusa al traffico ma di più non posso. Sto attirando un po' troppo l'attenzione, lo so... Mi sposto giù, fuori dalle mura, davanti ad un bar. Parcheggio e ordino da bere. Sosta breve, solo un passaggio, lesto ma sentito. Non posso trattenermi oltre. Ho un solo faro funzionante dopo la caduta e non posso rischiare di arrivare a casa con lo sfavore delle tenebre, seppur siano notti di luna piena...
Scalcio lesto verso la costa. SS16. Ora in pianura la mia donzella corre come non mai, l'altura l'aveva un po' limitata. Cattolica, Rimini, Cesenatico, Ravenna...
Sosta per rifornimento. Ad un distributore che si dava per aperto ma era chiuso trovo un ragazzo. Mi fa notare che non funziona nulla: "mo guarda un pò che qui non fùnziòna niènte...". Lo ritrovo al successivo. Sbaglio i conti e lascio dentro al distributore 29 cent. Pazienza. Non sono il solo però: il ragazzo di prima ne ha lasciati 50. Che spiriti affini...
Proseguo lesto e fumante, il caldo si fa sentire, ma ogni tanto qualche nuvola mi aiuta, e la brezza della costa un po' assiste ai semafori.
Più avanti, dopo Ravenna, decido di fare una sosta piadina, in un posto piccolissimo. La signora all'interno è molto cordiale, e mi fa scegliere cosa introdurre nel pane lavorato. Attendo fuori consultando orario e strade. Ci sono quasi, dovrei essere a casa prima del buio. Arriva nel frattempo la piadina: buona, accompagnata da una birra. Così rifocillato parto e sfreccio verso nord, passando fuori Ferrara e sbucando, per vie traverse che ignoro totalmente, a Rovigo. Trovo gente che pesca lungo i canali e anche due vecchi che con un attrezzo a rete cercano di rimediare, pescando a tal guisa, la cena per la serata. Un mondo parallelo... Mi fermo a chiedermi se la strada che sto facendo è quella giusta, perché, come nella vita, si corre, si va, sempre. E prima o poi ci si deve fermare e ci si deve pur chiedere; "dove sto andando?". Due lepri si rincorrono nel campo davanti a me: le seguo con lo sguardo. Metafora della vita...
La direzione par corretta. E continuo verso nord. Tutto va bene, il sole sta per tramontare. Passo Monselice, Battaglia Terme, Padova. Oramai ci sono. Passo a salutare due amici ed alla ripartenza, dopo cinquecento metri, la lampadina del faro anteriore, unica funzionante frontalmente, salta. Sono costretto alla sosta. Richiamo Filippo per aiutarmi a sostituire i pezzi. Sostituiamo e tamponiamo il faro. Ora va meglio di prima: non c'è più il rumore fastidioso che mi aveva accompagnato dopo l'incidente. E fa anche meno rumore di quando sono partito la settimana scorsa! Perfetto!
Non passo per casa. Con il mio ronzino carico viro verso la dimora di un Vag a bere una grappa. Mezz'ora dopo sono in un locale a festeggiare con i miei amici, Vag - e non- : birre e concerto! Offro io, perché son tornato, perché sono sano e salvo, perché tra amici funziona così: paga per primo chi ha un motivo valido per farlo. Ed io, di motivi validi, ne ho.
Alle due passate metto il mio sedere nuovamente in sella. È strano capire di andare a casa. E vado piano, perché fa freddo e perché, in fondo a casa non voglio tornare. O forse si... Arrivato trovo Filosofia, la mia cagnolina, che mi attende. Scodinzola e si fa accarezzare. Apro la porta e rimetto nella sua stalla la mia purosangue celeste, tumefatta e stanca. Domani ci pensiamo... Sistemiamo tutto, le dico. Dopo una settimana da solo, parlo anche con lei... Me ne rendo conto e rido. Faccio il primo gradino per salir le scale. Sorrido. Sono stanco, ma va tutto bene. Voglio riposare in po'. Salgo il resto delle scale, apro la porta, vado in camera e scopro che ho sfatto il letto prima di partire. Esausto crollo sopra il materasso, senza lenzuola. Prima di dormire penso. Alla gente che ho incontrato, ai posti che ho visitato, alle cose che ho visto, ai moltissimo favori che ho ricevuto, alla fortuna che ho avuto in certi frangenti del viaggio... Mi ripeto che il caso non esiste. Che tutte le cose possono essere unite con un sottile ma resistente filo invisibile. E muoio di sonno, sul mio materasso, con questo pensiero in testa...


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Inserito il - 12 ago 2014 :  22:58:22  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
Grande Claudio. E con questo si chiude il cerchio! Mi manderesti in privato il link dove hai raccolto foto e resoconto? Grazie e ancora complimenti per lo spirito che ti muove!!!

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Claude03
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Inserito il - 13 ago 2014 :  16:48:43  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
Grazie Riz! E' stato bello, ma è stato anche tutto molto impegnativo.

Lo rifarei domani -beh, magari la prossima settimana-. Manca solo la possibilità economica. Se potessi scrivere girando, e guadagnare così da vivere... UH! Che spasso!

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biccari
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Inserito il - 13 ago 2014 :  18:42:31  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
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Messaggio inserito da Claude03

Grazie Riz! E' stato bello, ma è stato anche tutto molto impegnativo.

Lo rifarei domani -beh, magari la prossima settimana-. Manca solo la possibilità economica. Se potessi scrivere girando, e guadagnare così da vivere... UH! Che spasso!

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Ciao basta solo volerlo hai la stoffa per farlo ti dico questo perché c'è un ragazzo con la sua compagna che ha già pubblicato alcuni libri dei suoi tour e pensa con un vespino 50 modificato leggermente di motore e di Civitanova Marche io ho un suo libro " terra e asfalto" parla del suo viaggio in USA sulla mitica strada 66
Certo adesso ha degli sponsor e spesso viene invitato a qualche trasmissione televisiva locale e le foto che fanno alcune sono state premiate
Percui forza pubblica qualche " tascabile" e in bocca al lupo!!!!!

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