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Isothermos-Iso | | |
Le origini della Isothermos risalgono al 1930 quando alcuni imprenditori milanesi costituiscono una società per servizio automobilistico con autofficina denominata "S.A. Milano Nuova". Tuttavia, non ottenendo nel frattempo le dovute autorizzazioni, i soci stessi nel 1940, vedendo uno nuovo sbocco nella produzione di frigoriferi e caloriferi, acquisiscono una piccola azienda del settore, attiva dal 1939, dei fratelli Traverso con sede a Bolzaneto di Genova, cambiano quindi la ragione sociale in Isothermos S.A.. Nel 1941 entra nella società Renzo Rivolta, proveniente da una famiglia dedita al commercio di compensati di Desio (MB). Da li breve ne trasferisce i macchinari presso la villa settecentesca Pattelani di Bresso (MI), proprietà dei Rivolta, usufruendo degli ampli scantinati annessi. A causa dell'occupazione tedesca, la produzione riprende solo nel 1943 ma dopo il conflitto Rivolta, che nel frattempo scalava i vertici dell'azienda, (Vicepresidente nel 1945 e presidente nel 1950), comprende l’importanza di un mezzo di locomozione pratico ed economico ed individua nel nascente successo dello scooter la possibilità di un nuovo sbocco produttivo. Nel 1948 inizia la produzione del Furetto, progetto dell'ing. Scarpa, che viene subito sostituito da un nuovo modello dotato di motore a cilindro sdoppiato, particolare soluzione che contraddistinguerà la Iso. Il motore alquanto insolito non era nuovo nel mercato, fu infatti ispirato dall'Austriaco Puch 125 e rivisto dall'ing. Antonio Valerio (confluito in Isothermos assieme all'ing. G. Scarpa come direttore tecnico e sportivo) e dal prof. Mario Speluzzi del Politecnico di Milano. Nel 1951 grazie al successo dei propri scooter e motoleggere abbandona definitivamente la produzione di elettrodomestici (che verrà ceduta) e nel 1952 cambia la ragione sociale in Iso Autoveicoli SPA, stava infatti nascendo la micro vettura Isetta. Si susseguirono ciclomotori, motoveicoli e motocarri di diverse portata e motorizzazioni. Nel 1957 la denominazione diventa Iso SPA Automotoveicoli, mentre 1963 viene gradualmente abbandonata la produzione di motoveicoli e l'attività si sposta sulle autovetture da granturismo denominate "Iso Rivolta". Nel 1966 il commendatore Renzo Rivolta viene improvvisamente a mancare e gli succede il figlio Piero, da poco laureato in ingegneria, fermamente intenzionato a continuare l'attività paterna. Seguirono ricche soddisfazioni fino agli inizi degli anni '70 quando la crisi del petrolio mette in difficoltà il mercato delle autovetture di lusso e il tentativo di promuoversi in F1 ne mise a dura prova le finanze. Nel frattempo la azienda si trasferisce a Varedo e i Rivolta sono costretti a cedere l'azienda all'imprenditore Ivo Pera nel 1973, la denominazione cambia in Iso Motor Company. Nonostante ciò dovette chiudere per fallimento l'anno successivo. Negli anni avvenire Piero Rivolta tenta più volte di ripartire con nuovi progetti sia di piccole automobili, granturismo che autobus ma senza trovare adeguato supporto finanziario. Oggi le moto e soprattutto le automobili Iso sono molto ricercate e incontrano appassionati di tutto il mondo.
Nella prima foto una veduta aerea dello stabilimento di Bresso (MI), nella parte alta si può notare la Villa di famiglia con annesso parco, a sinistra la pista di collaudo costruita a fine anni '50. Nella foto a destra il cav. Renzo Rivolta (1908-1966) figlio del commerciante di legnami Pietro, ritratto nel parco della Villa nel 1962 con la prima autovettura gran turismo, la Iso 'IR GT300'. |
| Link Google Maps: Via Vittorio Veneto, 66, 20091 Bresso MI |
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